sabato 19 aprile 2008

L'incontro del 9 aprile sui Gas

Ci scusiamo per il ritardo con cui pubblichiamo questo post, in parte dovuto al fatto che contemporaneamente avevamo aperto un gruppo di lavoro su google-group che però ha mostrato molti limiti di funzionamento e pertanto stiamo dismettendo.
Continueremo a informarvi e a fare gruppo su questo sito e vi terremo informati anche con mail.


Il 9 aprile ci siamo incontrati nella sede della cooperativa ‘e pappaci per parlare di GAS (Gruppi di acquisto solidale)

L’incontro è stato proposto dal gruppo di Condivisioni del Cantiere ai referenti di 3 GAS napoletani, per avere il racconto della loro esperienza di acquisto solidale, e capire se e come proporre iniziative analoghe nel nostro Cantiere. Ovviamente non immaginiamo necessariamente di creare un altro GAS, potremmo aderire in quelli già esistenti, o almeno promuoverne l’esistenza e lo sviluppo: pare che sia assai faticoso!

A breve ci sarà un altro incontro, perché questo primo momento ci è servito solo a capire che vogliamo capire meglio e parlarne ancora. Presto faremo anche proposte concrete.

Per il momento vorremmo capire se ci sono altri interessati all’argomento, potenziali aderenti, ecc….

Chiunque fosse interessato, per favore, batta un colpo e si iscriva al gruppo google (dalla home del cantiere, trova il link… e poi segue istruzioni)



I presenti all’incontro: Massimo Lampa (GAS ‘e friarelli, che ci ha gentilmente ospitati), Gennaro Ferillo (Gas Terra di fuoco) Vincenzo Dina (GAS Piedi per la terra - Napoli centro zona Museo), Carla Majorano, Aldo Pappalepore, Susi Veneziano, Giovanna D’Alonzo



gda

venerdì 18 aprile 2008

e i libri condivisi del cantiere condivisioni

e dunque, nella colonna a destra trovate la lista di lc (libri condivisi) del cantiere

Ho messo le prime cose che ho preso a caso in libreria, tranne il primo, il cardillo, che ho scelto con attenzione.

Provate a registrarvi su anobii e a inserire un po' di vostri libri e vedrete che è veramente piacevole e gratificante e che vi appassionerete subito alla cosa.

E allora, una volta scoperte le possibilità che il sito offre, coindividerete, spero, l'idea di fare un gruppo di condivisione dei titoli delle nostre librerie, e possiamo farlo se ciascuno mette la propria libreria personale anche un po' nel cantiere, con un collegamento o inserendo direttamente i libri che vuole segnalare.

Per farlo daremo le chiavi di accesso alla libreria del cantiere a chiunque, alla sola condizione di inviare una mail di richiesta al cantiere e di essere inseriti nella mail list del cantiere.

E poi, sui libri, cominceremo a pensare anche a qualcosa di più, ad esempio, il riuso, per i libri scolastici.....

a risentirci cari lettori

susi

Il bookcrossing virtuale di aNobii

DI PIETRO IZZO
Apogeo Online

Un servizio per bibliofili sembra destinato a diventare per i libri quello che Flickr è per le foto e YouTube per i video
Accostare due concetti come “libro” e “web 2.0” finora poteva far venire in mente una sola soluzione: Amazon. Ovviamente, Amazon esiste da ben prima che gli utenti della rete scoprissero di essere tutti fanatici delle reti sociali, ma è indubbio che nel corso degli ultimi anni l’azienda di Jeff Bezos abbia perfezionato tutta una serie di strumenti (come le WishList o Listmania) che permettono agli acquirenti di dire la loro sui prodotti in vendita. Ma nessuno permetteva di mostrare orgogliosamente la propria collezione di libri sul sito, anche perché una libreria online nasce più che altro per vendere.

Da qualche giorno, però, sta esplodendo anche in Italia il servizio di aNobii, che funziona per i libri allo stesso modo in cui Flickr funziona per le foto. aNobii esiste dall’inizio del 2006, ed ha avuto una fortuna tale da essere tradotto ormai in diverse lingue, per poter soddisfare le esigenze di orde di lettori “glocal”. Per la cronaca, il curioso nome di questa (relativamente) nuova applicazione deriva dall’anobium punctatum, il comune tarlo del legno che nei paesi anglosassoni è familiarmente conosciuto come… bookworm (verme dei libri).

Dopo l’iscrizione (semplicissima, basta fornire un indirizzo e-mail e una password) si accede all’home page del servizio che è simile per contenuti e disposizione a molti altri siti analoghi (viene in mente soprattutto Last.fm): in testa alla pagina vengono segnalati gli ultimi libri inseriti da noi (ovviamente prima bisogna inserire qualcosa), gli utenti con gusti simili ai nostri, gli ultimi commenti da parte della rete di utenti, gli ultimi libri aggiunti dalla comunità, gli ultimi utenti iscritti, eccetera.
Ma il bello di aNobii, ovviamente, sta tutto nella voce del menu subito a fianco del link alla home page: La mia libreria. Al primo impatto, quello che salta all’occhio è il campo disponibile per aggiungere un libro. Su aNobii questa operazione può essere completata in diversi modi: il migliore (da un certo punto di vista) è quello che consiste nell’inserire il codice Isbn del libro nel campo, in modo che l’oggetto venga catalogato univocamente. Si possono inserire anche multipli codici Isbn (li si trova in genere sul retro di copertina dei libri, se non sono coperti da un adesivo), per velocizzare la procedura. Naturalmente è anche possibile inserire il titolo di un libro e poi specificare in seguito l’edizione giusta tra quelle proposte da aNobii. Ma il modo più veloce è quello di inserire il nome di un autore, in modo che aNobii proponga tutti (o quasi) i libri pubblicati in Italia da quell’autore. Sarà semplice a quel punto selezionare più volumi alla volta da aggiungere nella propria libreria, sempre che non si abbiano pretese di catalogazione scientifica e che si posseggano piccole collezioni di libri di uno stesso autore.

Ora, una volta aggiunto qualche libro e scelto se il proprio scaffale virtuale debba essere pubblico o privato (anche solo alcuni libri possono essere “privati”), ci si trova davanti al “difficile” compito di modificare i dati di ogni libro inserito. Intendiamoci, non si tratta di modificare titolo, autore e dati simili, anche perché questi vengono automaticamente reperiti da aNobii, assieme all’immagine di copertina (e quando non è disponibile si può inserire “a mano”) e al blurb della quarta di copertina. Lo si vede chiaramente cliccando sulla copertina di un libro inserito.

Modificare vuol dire cliccare sul link Modifica e inserire una serie di dati più personali (tutti ovviamente opzionali ma consigliati per rendere più coinvolgente l’esperienza di aNobii): dove ho acquistato il libro, se l’ho finito o lo devo ancora iniziare (o magari l’ho abbandonato a metà perché era noioso), la mia valutazione, i miei commenti (che resteranno legati al libro e visibili a tutti quelli che aggiungeranno lo stesso libro nella loro libreria) e naturalmente gli onnipresenti tag (o etichette) che hanno la solita funzione di favorire la navigazione e il riconoscimento delle categorie. Se si sono già inseriti diversi libri, è anche possibile fare queste modifiche a blocchi, partendo dalla pagina La mia libreria e seguendo il link al fondo Modifica tutto in questa pagina.

Ci vuole veramente poco a replicare online gli scaffali di casa, e il lavoro è insolitamente divertente. Certo, è un mezzo per catalogare la propria collezione, ma intanto, nella pagina dedicata a ogni volume, c’è la possibilità di vedere quanti altri utenti hanno quel libro in casa, quali altri libri prediligono, che giudizio danno del determinato libro… E ovviamente si incontrano libri particolari, che magari non si conoscevano, e li si aggiunge alla propria Lista dei desideri (nel menu principale, subito dopo La mia libreria). Tramite il link Statistiche libreria, poi, sarà possibile vedere quanti ci hanno visitato, chi ha seguito un nostro consiglio, e soprattutto chi ci ha aggiunto come amico o vicino.

Non si tratterebbe di social network se non ci fosse il valore aggiunto dell’interazione tra gli utenti e della condivisione della conoscenza (in questo caso di una passione bibliofila). Navigando tra gli scaffali altrui è possibile aggiungere un utente come vicino (si intende così seguire il farsi della sua collezione di libri) o come amico (in questo caso si invia una richiesta e si intende che la persona è veramente un amico, o comunque una persona che si conosce). Non manca la possibilità di cercare determinati utenti o di invitare persone via mail a provare il servizio.

Amici e vicini possono poi riunirsi in gruppi (proprio come i gruppi di Flickr e YouTube) e mettere in comune i propri volumi realizzando mini biblioteche tematiche. Al momento i gruppi sono ancora molto pochi (specialmente in lingua italiana, anche se uno dei più “caldi” è proprio Fantascienza in Italia). Entrando in un gruppo si possono scoprire nuovi libri che fanno parte della collezione collettiva e ovviamente partecipare alle discussioni letterarie in tema.

Per i più venali, aNobii permette di gestire gli scambi o le vendite di libri direttamente dalla propria pagina personale: seguendo il link Gestisci scambi/vendite sul fondo della colonna di sinistra nella propria libreria, si può assegnare a ogni libro un prezzo e descriverne lo status (“usato ma tenuto bene”). Le transazioni vere e proprie, per il momento, vanno gestite offline.

aNobii, insomma, è un gioco culturale che coinvolge e risulta molto interessante: una volta raggiunta la massa critica di utenti e stabilizzate meglio le procedure di gestione della propria libreria, non sarebbe male se aNobii estendesse le sue competenze specifiche anche sui Dvd e sui Cd, in modo da accontentare anche i maniaci della catalogazione cinematografica e musicale.

Un’ultima, proverbiale, avvertenza: come tutte le applicazioni web 2.0, aNobii dà dipendenza e rischia di mettervi in contatto con tutta una serie di soggetti potenzialmente già assuefatti. Io, ad esempio, l’ho scoperto grazie ad un cinguettìo di Twitter, il che dà l’idea di quanti habitué del web 2.0 stiano già creando la loro biblioteca di Babele.

Pietro Izzo
Fonte: http://www.apogeonline.com/
Link: http://www.apogeonline.com/webzine/2007/05/29/23/200705292301
29.05.2007

acquisto di prova a La Colombaia




ecco il mio acquisto di prova da La Colombaia.
Per € 11,50 e il ritiro presso il ristorante Sorriso Integrale a Piazza Bellini (in quel portone che sembra un palazzo ma dà accesso ad un cortile),mi sono portata a casa:


Carciofi
Finocchi
Bieta
Scarola
Mele annurche

ho provato le mele, buone e croccanti
il resto sembra fresco e buono, le cime della parte tagliata dei finocchi un pò ossidate.
il tutto si è fatto una ora abbondante in busta a spasso per il centro storico
quando le mangeremo, mi esprimerò anche sui sapori.

gda

martedì 8 aprile 2008

Acquisto in prova


Cari tutti,
ho appena telefonato a La Colombaia e ho effettuato il mio primo
acquisto di 5kg di frutta e verdura biologica.
Ecco le condizioni: cassette da 5 o 10 kg, da ordinare entro il
mercoledì sera , max giovedì mattina, e da ritirare prezzo il
ristorante Sorrisi Integrali a San PIetro a Mailella nel pomeriggio
del venerdì (zona Via Bellini)
5 KG EURO 11,50, se aggiungi 1 o 2 kili, calcola EURO 1,60 in più per ogni
kilo aggiuntivo
10 KG EURO 22,00 se aggiungi kili in più, fino ai 15, calcola EURO 1,60 in più
per ogni kilo aggiuntivo
Ho telefonato alla ditta al num 0823 968262 e ho parlato con la
signora Orsola.
Ho detto chi sono e che facevo un acquistro di prova. Ho accennato al
fatto che stiamo provando a fare un GAS.
Oggi loro consegnano solo lì, su Napoli, ma se siamo un certo numero
di persone, farebbero anche un'altra consegna in un altro posto
(unico) oppure possiamo noi andare a recupare la merce preso
l'azienda.
Intanto vediamo se frutta e verdura sono gustose.
In catalogo oggi c'erano: scarole, bietole, patate, carote, friarelli,
verze, carciofi, finocchi, mamle (rosse, gialle, annurche) limoni,
cipolle. è un periodo di passaggio stagionale, tra poco ci saranno
molte più cose, mi assicurava la signora.


gda

lunedì 7 aprile 2008

Quanto conviene la spesa «bio-solidale»



Ci sono quelli della Brianza, in Lombardia, esperti di filiere corte, anzi cortissime.Che per combattere il caro-michetta, ma soprattutto per mangiare del pane «che sappia veramente di pane e a un prezzo giusto», non si sono accontentati di farselo in casa, con la farina del supermercato.
E allora hanno affittato due terreni a Cernusco sul Naviglio e Bussero (Milano), li hanno fatti seminare con frumento "bio" da una cooperativa, mentre a Capriano di Briosco hanno trovato il mugnaio. Mancava solo il panettiere, che è spuntato a Robbiate (Lecco): è il sciur Angelo, che sforna un quintale di pane biologico alla settimane per oltre cento famiglie. Costo del prodotto: 2,67 euro al chilo, in una filiera che si chiude nel raggio di 20 chilometri.
Il progetto si chiama "Spiga&Madia" ed è promosso dalla «Retina» della Brianza, uno dei più importanti network sociali che si riconoscono nel motto «ripartire dalla domanda», riscrivendo le leggi del consumo in chiave etica e saltando tutti i (costosi) passaggi della grande distribuzione per rifornirsi direttamente dai produttori locali. I nuclei di questa nuova economia, che si ispira ai principi del mutualismo, sono i Gruppi di acquisto solidale, i Gas, riconosciuti anche nell'ultima Finanziaria con un emendamento di tre commi (266-268), che ne sancisce la natura «no-profit». Oggi in Italia i Gas ufficiali sono circa 400 ma si stima che il loro numero effettivo sia di un migliaio. I volumi sono ancora ridotti: ipotizzando che ogni Gas sia composto da 30 famiglie che spendono in media all'anno mille euro, il business si aggirerebbe intorno ai 30 milioni, cifra che potrebbe salire nel 2008 a 50 milioni.
Il termine «solidale» è prioritario in queste comunità di persone che si ritrovano almeno una volta al mese per fare acquisti collettivi, usando più internet che il telefono come mezzo di comunicazione. Per i gasisti è fondamentale, per esempio, controllare che il produttore non sfrutti i lavoratori e che applichi i contratti di categoria, ma anche che non usi pesticidi e rispetti l'ambiente. L'elemento prezzo, invece, viene dopo la genuinità del prodotto, «anche se è cruciale non far diventare la nostra una merce d'élite, perché sarebbe contrario ai principi che ci animano», spiega Giuseppe Vergani, uno dei responsabili della Retina, che conta oggi su 500 famiglie.
Ma quanto si spende, allora, rifornendosi nei gruppi di acquisto solidale? Dalla tabella pubblicata in esclusiva sul sito del Sole 24 Ore si vede come, su un paniere di 15 prodotti, fare la spesa in un Gas, acquistando ovviamente tutti prodotti naturali e di altissima qualità, possa costare anche il doppio rispetto ai «primi prezzi» di Esselunga e Coop. Il risparmio si avverte invece se il paragone viene fatto con i prodotti bio della stessa Gdo, con un taglio dei prezzi del 20%.
Dal Nord al Sud del Paese i Gas stanno facendo scuola. C'è chi compra una mucca intera a 1.200 euro per dividerla in dieci famiglie: «Merce pregiata che viene dal parco dell'Uccellina», come spiega Cesare Buoninconti, membro di uno dei tanti «gasielli» di Napoli. Paolo Bellino di Roma, rione Monti, ammette di «soffrire un po' d'inverno perché prendiamo solo frutta e verdura di stagione», ma ci si può rifare con «degli ottimi cavoli neri», oppure, sul fronte della carne, con del «maiale di cinta senese». Gli «ingasati» di Forlì, per risparmiare sulle spese di trasporto e per non inquinare, hanno organizzato la distribuzione dei prodotti il sabato con «un'auto elettrica presa in car sharing», dice uno dei responsabili, Romeo Giunchi.
«Su frutta e verdura, soprattutto in primavera ed estate, il risparmio è clamoroso, ben oltre il 30%», sostiene Sara Paci del Rigas di Rimini, uno dei più grandi in Italia con volumi di spesa annui di 100mila euro. Paolo Menchini di Massa spiega poi che per comprare le arance, a loro, non serve rifornirsi in Sicilia. «Nelle nostre zone erano coltivate dai duchi Cybo Malaspina, secoli fa. I costi? Un euro al chilo, 70 centesimi per le arance da spremuta».
Ognuno di questi gruppi, in parallelo con la propria attività di spesa, porta avanti iniziative di solidarietà. Che vanno dall'inserimento di persone con disabilità nei luoghi di lavoro, al recupero dei carcerati, solo per fare due esempi. «I Gas sono solo un pezzo di quelli che noi chiamiamo distretti di economia solidale – racconta Sergio Venezia, in Lombardia uno dei guru di questi temi – e poi, scusi, lei ci crede o no che davvero un altro mondo è possibile?».
Daniele Lepido
http://www.ilsole24ore.com/

Scheda sulla conciliazione

di Giovanna D'Alonzo

La conciliazione concerne sfere di azione molto diverse, e strettamente interconnesse. Ha molte sfaccettature, percorsi non sempre lineari, e valenze non sempre positive.

In estrema sintesi coinvolge 3 contesti: la sfera privata, il mondo del lavoro, la sfera pubblica.


All’interno del Cantiere, si può attivare una riflessione per ognuna delle 3 aree, ed in particolare, si possono individuare alcune sottoaree di impatto su cui ragionare e proporre iniziative (momenti di riflessione e/o approfondimento, azioni, progetti, scambi di risorse,..)


PRIVATO

  • uso del tempo a livello individuale, strettamente legato al senso della vita

    • come strutturo il mio tempo

    • cosa mi dà senso

    • banca delle risorse (tempo, risorse, competenze, conoscenze,..) qui ci vanno i GAS, ad esempio, oppure la casa di Licosa di Andrea

  • relazione uomo-donna, perché l’organizzazione del tempo individuale si intreccia con il tempo degli altri

    • il passaggio dalla conciliazione alla condivisione

    • il contrasto agli stereotipi legati al genere


LAVORO

  • imprese e mondo del lavoro, in cui si possono promuovere

    • azioni positive per recuperare lo svantaggio delle donne (per i carichi di cura e sul reddito)

    • la sperimentazione di misure di flessibilità1

    • l’aumento dell’uso dei congedi parentali da parte degli uomini (questo punto si riconnette alla sfera privata, ai ruoli stereotipati, all’accettabilità sociale -sia in azienda che in famiglia- di un padre che utilizza il congedo parentale, sempre che il danno economico sia accettabile, ed è raro, data il diffuso gap salariale tra uomini e donne)


PUBBLICO

  • luoghi e servizi della città di Napoli in cui si potrebbero proporre azioni per

    • la fuoriuscita del tema della conciliazione dal ghetto delle politiche sociali e delle pari opportunità, per approdare all’ampio contesto delle politiche integrate di sviluppo sostenibile

    • il passaggio da una politica di intervento di emergenza sul disagio alla promozione di una politica anche per l’agio e il benessere sociale

    • una rete di servizi alla famiglia


Provo a fare degli esempi e lanciare delle ipotesi, su cui confrontarci.


Per prima cosa, restringo il campo di riflessione alle persone che lavorano, e che possono avere anche carichi di cura. Questa premessa è importante, perché parlare di conciliazione in relazione a chi un lavoro non c’è l’ha mi sembra offensivo2.


In questa suddivisione privato/lavoro/pubblico, mi vengono in mente varie suggestioni.


Sviluppo principalmente questioni relative all’ambito privato, perché rientrano nella sfera del mio agire. Poi si vede se e come arrivare, da qui, a indurre processi più esterni (mondo del lavoro e sfera pubblica).


Prima suggestione

Nel privato, tanto per iniziare, c’è da chiedersi se è vero che le persone vogliono liberare il proprio tempo dal lavoro. In quelli che un lavoro ce l’hanno, e soprattutto se piace, colgo spesso l’inerzia a buttarsi a capofitto nel lavoro, posto che è il modo più semplice e meno faticoso di darsi un senso di vita.

Il problema secondo me, quindi, non è conciliare, ma cosa farsene del tempo liberato. Questo si intreccia subito con la prospettiva pubblica della conciliazione: è una questione di luoghi e servizi. Ci sono posti? Cosa mi offrono? Cosa posso fare a Napoli per occupare il mio tempo?

Le persone tutto sommato cercano di massimizzare quello che credono essere il proprio benessere, o minimizzano quello che percepiscono come spreco di energia.

Non nascondo, ad esempio, che la motivazione della mia partecipazione al Cantiere ha questa componente: mi offre un’occasione di attivazione (che contribuisce a darmi un senso di vita) che preferisco ad altro, perché mi consente di mettermi in gioco con relazioni umane e sociali. Banalmente mi consente di interagire per acquisire un pensiero o un’emozione in più. Sono disposta quindi a spostare parte del mio tempo su questo, perché ho un tornaconto di benessere.


Seconda suggestione

Sempre nel privato, la conciliazione scardina profondamente la relazione uomo-donna.

Tempo fa, ad esempio, ho provato a fare qualche giochino tra amici, tipo questionari su chi fa cosa in famiglia, e vi assicuro che hanno avuto un impatto molto meno banale di quello che pensavo. La conciliazione impatta sulle relazioni familiari e sui ruoli. In pubblico siamo tutti molto democratici, sarebbe meglio dire “pariopportunisti”, salvo ben tutelare i nostri spazi e privilegi privati. E comunque, anche quando in perfetta buona fede, e senza arroccamenti sulle proprie posizioni, ognuno di noi fa i conti con stereotipi talmente interiorizzati da essere come marcati a fuoco.


Terza suggestione

Il contrasto tra il tempo troppo pieno di chi lavora, e quello troppo vuoto di chi è fuori dal lavoro (bambini, anziani, diversamente abili, percepiti per lo più come carichi di cura per qualcuno, ma anche persone che semplicemente non hanno un lavoro, e che hanno il problema di impiegare il loro tempo)

Oggi io ho il problema del mio tempo di lavoro, della mia voglia di avere tempo per me, dei figli adolescenti che richiedono attenzione, della mamma vedova anziana e mezza azzoppata da un femore con protesi, che ha bisogno di attenzione, cure e tempo dedicato perché fondamentalmente è sola.

Una città più conciliante per tutti e con più servizi, offrirebbe più possibilità di intrattenimento a mia madre, e ai miei figli, faciliterebbe la vita di tutti con servizi di sollievo, e io avrei meno ansie e cose di cui occuparmi per conto terzi, e potrei utilizzare il tempo libero, che ho, per fare cose per me, invece di preoccuparmi per gli altri. Sempre perché ho il pallino del benessere, soprattutto del mio.


Proposte per il Cantiere:

  • iniziative per l’uso creativo del tempo, per socializzare, divertirsi, pensare, crescere. La mia esperienza è che se ho l’opportunità di partecipare ad una situazione dalla quale me ne vado con almeno un pensiero in più, sono felice. Se trovo un modo per fare questo insieme ad altri, lo sono ancora di più. Ribadisco che questa è una delle mie motivazioni per partecipare al Cantiere. Secondo me è opportuno, se è condiviso da altri, esplicitarlo. È uno strumento per produrre benessere a livello individuale e collettivo. Mica poco. Ritengo necessario renderlo esplicito, perché se il presupposto è vero, allora si potrebbe dire che è già sufficiente che ci incontriamo per fare colte riflessioni e approfondimenti tra di noi, e siamo contenti. In realtà, penso che questa del bisogno di fare uso creativo del tempo sia solo una componente, e che ci sia invece fortemente anche il bisogno di indurre processi esterni a noi di tipo politico (nel senso di POLIS). E qui si innestano le altre iniziative che vogliamo proporre attraverso il Cantiere. Io ho necessità di chiarirmi che lo faccio per un mio bisogno di darmi un senso. E ovviamente devo restringere il campo a cose e interventi che veramente posso mettere in atto, altrimenti diventa per me frustrante ed esco dal processo. Penso che questo rischio possa essere vero anche per altri.

  • sul tema della relazione uomo-donna. A me interesserebbe un confronto “a voce bassa” sulle moderne identità maschile e femminile. Mi rendo conto che gli stereotipi sono radicati in profondità. Spesso mi colgo “costretta” mio malgrado in atteggiamenti stereotipati, nella mia esperienza di lavoro ma anche nella vita personale e di relazione. Mi scontro con i miei bisogni di protezione che fanno a cazzotti con i miei bisogni di autonomia, e colgo a volte negli uomini analoghe contraddizioni tra la resistenza a cedere un ruolo dominante e il bisogno di un appoggio e di una sponda. Non è solo privato, tutto questo. Mi sono scocciata di parlare di queste cose solo con le donne. Vorrei sentire e arricchirmi del pensiero degli uomini. Finora ne ho incontrati pochi interessati a parlarne. Ci sono uomini che si sentono oppressi dall’idea che il mondo si aspetta da loro sempre e comunque una soluzione? Soprattutto se tecnica? C’è qualche maschio che sente il peso di essere quello che tutti pensano che deve portare il pezzo più grande di pane a casa, anche quando i contratti sono a progetto, e non sai se verrà rinnovato?

Ci sono uomini che hanno voglia e curiosità di confrontarsi a bassa voce su paure e sogni? Io ne sono curiosa. O mi devo rassegnare?

  • nel Mondo del lavoro: su questo si può andare dallo scambio di informazioni su esperienze di conciliazione nelle imprese a proposte da promuovere, si potrebbero sviluppare varie cose. Interessa qualcuno?

  • Luoghi e servizi: anche qui, si può andare dallo scambio e messa in rete delle informazioni, all’uso “creativo” delle risorse della città (chi dice che non si possa organizzare una riunione al Virgiliano, seduti nell’erba al sole?) Sempre perché ho il pallino del benessere.


Per il mondo del lavoro e i luoghi e servizi, secondo me come cantiere poco possiamo fare, in maniera diretta. In modo indiretto, però, visto che molti di noi lavorano a Napoli in contesti che consentono di mettere in campo iniziative concilianti, possiamo attivarci in tal senso.

Note



1 Questo è un terreno molto pericoloso, e non a caso la conciliazione non è mai stata promossa realmente dai sindacati. Flessibilità e sicurezza troppo spesso divergono. Il salto di qualità da proporre attraverso misure di conciliazione nelle imprese è esattamente quello della flessibilità per migliorare il benessere di persone e organizzazioni.

2 In relazione ai problemi legati al mercato del lavoro ci sono già una serie di interventi, e molti nel cantiere lavorano in questo campo. Certamente si possono creare o rinforzare le connessioni tra iniziative promosse da singoli o organizzazioni che lavorano in questo campo, ma questo si inserisce in altre azioni proponibili nel Cantiere.

Esterni


esterni sviluppa progetti culturali in molteplici ambiti: cinema, design, arte, musica, sono alcuni dei suoi campi di interesse.
La valorizzazione dello spazio pubblico e la centralità dell'uomo sono alla base di tutte le attività di esterni; la socializzazione, lo scambio culturale, la città come luogo di incontro e aggregazione, la responsabilità sociale, la partecipazione allargata sono il motore di ogni progetto. esterni lavora a Milano e in altre città in Italia e nel mondo dal 1995; la sede operativa è una palazzina multifunzionale di tre piani in zona Città Studi, che oltre agli uffici comprende sala cinema, bar trattoria, bed&breakfast, spaccio, spazio per mostre e esposizioni. 15 persone lavorano a tempo pieno in diversi settori correlati alla creazione e allo sviluppo di progetti e eventi. Ogni progetto è pensato e realizzato in ogni sua parte interamente da esterni, che si avvale di volta in volta del supporto di professionisti e consulenti (artisti, musicisti, artigiani, critici, giornalisti, intellettuali, grafici, tecnici) che costituiscono una rete di collaborazioni internazionale



un esempio: sciopero dei telespettatori

Anima e Cuore



SALVE A TUTTI SIAMO DELLO STAFF DELL'ASSOCIAZIONE ''ANIMA E CUORE''.
COME SAPETE, VISTO CHE CI SEGUITE DA MOLTO, NOI SIAMO IMPEGNATI ANCHE SUL FORNIRE INFORMAZIONI ALLE ''PERSONE DIVERSAMENTE ABILI''SUL TURISMO ACCESSIBILE NELLE SUE DIVERSE FORME E PROSPETTIVE. A TAL FINE STIAMO CERCANDO DI SVILUPPARE E AGGIORNARE CONTINUAMENTE UNA RETE INFORMATIVA CHE IN MODO SEMPLICE E INTERATTIVO VENGA UTILIZZATA DALL'UTENTE DIVERSAMENTE ABILE O CHI NE NECESSITA. QUESTO TIPO DI LAVORO DELL'ASSOCIAZIONE CONSISTERA' NEL DIVULGARE E PROMUOVERE LE PROPOSTE, LE OFFERTE E LE POSSIBILITA’ LEGATE ALLE BARRIERE ARCHITETTONICHE PRESENTI NEL VASTO MONDO DEL TEMPO LIBERO ED AL TURISMO ACCESSIBILE, STIAMO SVOLGENDO PERTANTO UN'INDAGINE ACCURATA SU TUTTI I TIPI DI STRUTTURE TURISTICHE PUBBLICHE E PRIVATE CHE IN ITALIA POSSONO ACCOGLIERE, SENZA ALCUN PROBLEMA E IN ASSENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE, I DIVERSAMENTE ABILI IN CARROZZINA. Continua...

la foto è dal sito fotosearch.it