martedì 20 maggio 2008

Il convegno di Misano

Carissimi, faccio un sunto brevissimo da Misano. Spero possa interessarvi e stimolarvi. E se volete maggiori informazioni scrivetemi.

Sono stato al Convegno nazionale dei Gas a Misano. 300 persone ( ognuna è referente di un gruppo o più gruppi gas da tutta Italia ( quasi tutti del Nord). Un gas è formato mediamente da 40/50 persone. Fate voi i conti. Erano presenti anche alcuni produttori. Segno che stiamo allargando e consolidando le relazioni solidali verso cui tendiamo. C'era una energia e un entusiasmo davvero travolgente. Ci sono stati i gruppi di lavoro ( Tessile, Energia, PDO (piccola distribuzione organizzata), Aspetti Organizzativi dei Gas, Moneta locale, Finanza etica). Il lavoro dei gruppi ha evidenziato che da Marzabotto 2002 sono stati fatti significati passi in avanti per la questione GRANDI NUMERI (ampiezza dei partecipanti), per la questione rapporti con i produttori, per il tema dei DES (Distretti dell'economia solidale - rapporti con le economie locali, con altri soggetti (terzo settore, cooperative sociali, enti locali, commercio equo). Sono in corso negoziazioni per un acquisto collettivo ed eticamente responsabile con La 220 (energia verde) e si è realizzato uno stupendo progetto di filiera lunga completamente in linea con i valori e le pratiche dell'economia solidale. ( www.made-in-no.com) Vi consiglio di dare un occhiata. Sono stati con noi con interventi preziosi anche Antonio Tricarico (Campagna Riforma della banca mondiale) e Andrea De Stefano direttore rivista Valori di Banca Etica) Matthieu Lietaert(Cohousing e Condomini Solidali). A tal proposito ho una proposta per i Cantieri sociali ( vorrei parlarne con Giovanna a cui chiedo anche che il prossimo incontro Condivisioni possa tenersi a Pozzuoli (sede di altromodo flegreo).

Gennaro Ferillo (Altromodo flegreo)
altromodoflegreo@libero.it

mercoledì 14 maggio 2008

AGRICOLTURA/ MERCATO BIOLOGICO ITALIANO VALE 2,6 MLD, TERZO IN UE

Il settore rappresenta l'1,8% dei consumi complessivi

Roma, 14 mag. (Apcom) - Nel 2006 il mercato del biologico in Italia vale 2,6 miliardi di euro, al terzo posto in Europa dopo Germania (3,2 miliardi) e Regno Unito (3 miliardi). Nella penisola il settore rappresenta l'1,8% dei consumi complessivi. Sono i dati resi noti dall'Ifoam (International Federation of Organic Agriculture Movements), federazione di oltre 750 organizzazioni sparse in 110 paesi, in occasione del lancio del sedicesimo congresso mondiale del biologico, in programma dal 16 al 20 giugno a Modena. Secondo l'Ifoam il mercato mondiale di prodotti biologici nel 2007 è compreso tra 35 e 50 miliardi di euro, contro i 31 miliardi del 2006 e i 25,5 miliardi del 2005.
Tra il 2005 e il 2007 a crescere di più in Italia tra i canali commerciali sono stati i gruppi di acquisto (+60%) e le vendite dirette (+37%). Ma forte è anche la performance degli agriturismi (+25%) e delle vendite via Internet (+20%). Secondo l'Ifoam, l'Italia è leader in Europa per superfici destinate alla produzione di vini biologici (pari a 30mila ettari) ed è al quinto posto nel mondo per superfici destinate alla coltivazione biologica con 1,07 milioni di ettari.
"Il congresso - spiega l'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna Tiberio Rabboni - sarà un'occasione per conoscere il settore del biologico emiliano-romagnolo". La regione conta oltre 4.100 imprese certificate e 92mila ettari di superficie coltivati a biologico. E' al primo posto in Italia per numero di mense scolastiche (127), quasi il 15% dei pasti bio serviti ogni giorno nelle scuole d'Italia (112mila su 924mila). "Dal 2000 a oggi - sottolinea Rabboni - l'Emilia Romagna ha erogato nell'ambito del proprio Programma di sviluppo rurale quasi 155 milioni di euro, pari al 18% delle risorse pubbliche disponibili, a favore di 3.296 aziende agricole biologiche, che rappresentano il 4% del totale delle aziende regionali. Nel periodo di programmazione 2007-2013, questo importo potrà ulteriormente aumentare in relazione alla maggiore disponibilità di risorse pubbliche".
Presenti al congresso, a discutere di agricoltura biologica nel mondo e del suo ruolo saranno Juan Evo Morales, presidente della Bolivia, Vandana Shiva e Terolde Berhan Gebre Egziabher, entrambi vincitori del "Right livelihood award" (il premio Nobel alternativo per la pace) e l'enogastronomo Carlo Petrini, fondatore del movimento Slow Food. Parteciperanno anche il direttore generale dell'Unep (United Nations Environment Programme) Achim Steiner, il sociologo Wolfgang Sachs, direttore scientifico del Wuppertal Institut per il clima, l'ambiente e l'energia, l'agronomo Howard-Yana Shapiro, e l'economista Serge Latouche, tra i massimi sostenitori della "decrescita conviviale".

sabato 10 maggio 2008

Gas - gruppi di acquisto solidale

Come sapete il Cantiere ha avviato un'iniziativa sui Gas, per promuoverli e dare vita a nuove azioni di sostegno. Collaborano a questa iniziativa Giovanna D'Alonzo, che ne è la curatrice, Carla Majorano, Gennaro Ferillo (che è anche promotore del Gas "terra di fuoco"), Erminia Romano.
Nel primo incontro dell'9 aprile e del 7 maggio abbiamo conisciuto i gas "'e friarielli" e "piediperterra" e abbiamo avviato una prima e generale riflessione sulle possibilità di lavorare insieme.
Giovanna ha riassunto i contenuti degli incontri, Massimo Lampa della Cooperativa 'e pappece ha preparato una scheda sul gas 'e friarielli, Vincenzo Dina sul gas Piediperlaterra, Gennaro Ferillo sul gas Terra di Fuoco.

Chi è interessato a fare (o a stare in) un gruppo di acquisto può scrivere a cantierenapoli@gmail.com e sarà messo in contatto con Giovanna
Idem per chi è interessato a partecipare alla iniziativa del cantiere sui Gas.

mercoledì 7 maggio 2008

Il coltello nel ventre

La vicenda dei manifesti tettelines, di cui ci siamo occupati in questi giorni, sembra volgere ad una conclusione positiva. Al di là dell'impulsività a volte superficiale con cui ancora ci muoviamo, abbiamo pensato di prendere un'iniziativa, confrontandoci con il comune, per una maggiore attenzione (organizzata) sull'immagine del corpo delle donne. A questo proposito sento di condividere in ogni suo contenuto e proposta l'articolo "il coltello nel ventre" di Maria Grazia Di Rienzo che, manco a farlo apposta, questa mattina ha fatto capolino nei nostri motori di ricerca.

Il coltello nel ventre
di Maria G. Di Rienzo

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Gli stupratori non nascono tali. Vengono "costruiti", addestrati, come si addestrano i soldati ad uccidere. E la cultura che fa di un uomo uno stupratore e’ la stessa che "fa" noi tutti/e. Non e’ una questione femminile, e’ una questione condivisa, e come tale va affrontata. Molti uomini pensano, e sono sinceri, che la violenza sessuale, quella domestica ed il sessismo siano problemi altrui: segnatamente oggi, dopo gli ultimi fatti di cronaca, e’ problema/responsabilita’ dei barbari invasori stranieri. Sono dipinti un po’ come gli Orchi di Tolkien, forse non malvagi in origine ma ormai irrecuperabili, spaventapasseri mediatici, fasci di impulsi incontrollati, marionette guidate da fili di odio, massa di pupazzi insensibili, privi di autocontrollo, che seguono semplicemente la pulsione violenta ovunque essa li conduca, anche quando finira’ per schiantarli nel processo. Ma Tolkien ha molto chiaro che c’e’ un manovratore di questi burattini, un potere piu’ grande e piu’ distruttivo di loro stessi, che li istiga con la seduzione delle parole (gli imbattitibili Uruk-hai!) e la promessa di impunita’.Il linguaggio sessista, i modelli sessisti, la gerarchia di valore per genere, ed il loro logico compimento, la violenza sessuale, promettono agli uomini potere e impunita’. Si’, ci sono le leggi, possiamo persino inasprirle, ma la condanna morale va ancora principalmente alla donna. Cosa ci faceva la’, perche’ era vestita in quel modo, ci ha ballato insieme, ci e’ andata a cena, avrebbe dovuto capire... Cosa dovremmo capire, spiegatemelo. Che dobbiamo smettere di provar gioia nella vita, di aver voglia di conoscere persone nuove, di lavorare, di studiare, di andare per strada, di vestirci come ci pare, di avere desideri, di innamorarci, di esistere?Continua ...

Tratto da Politicamente corretto' che ha sua volta lo ha tratto dalla rubrica "Notizie minime" della rivista "La nonviolenza è in cammino" proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza. Arretrati in: http://lists.peacelink.it/

ceneri e lapilli per tutti

Da il mattino di oggi si legge: "via i cartelloni troppo sexy: sono abusivi", e che il comune, con decisione dell'assessore al decoro e arredo urbano Elisabetta Gambardella, rimuoverà in pochi giorni (?) i manifesti della TTTlines.

Si capisce pure che è abusiva la struttura su cui i manifesti sono stati affissi e che la maxi affissione non ha ricevuto l'autorizzazione per essere collocata in quel posto. Sia l'una che l'altra cosa non fanno fare al comune una bella figura.

Insomma, il Vesuvio e l'Etna sembrano aver eruttato ceneri e lapilli per tutti, per l'espositore di manifesti pubblicitari, per TTTlines (che tuttavia ne ha tratto una chilometrica pubblicità), per il comune stesso che mostra di non aver saputo esercitare il controllo preventivo o ordinario sulla legalità nemmeno quando l'oggetto della illegalità consiste proprio nel mettere in evidenza.
sv

lunedì 5 maggio 2008

tettelines

dopo il post di ieri sul nostro sito "condivisioni" siamo andate sul posto

In verità Giovanna è andata e ha fotografato gli otto metri di manifesto
e adesso possiamo capire meglio...





...già perchè se ti chiami TTTLines far leva sulle tette sorge spontaneo e c'è da attendersi a breve un definitivo cambio di ragione sociale.

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E Il Mattino di oggi titola:


E' siciliana la ragazza dei cartelloni hard


quasi a rassicurare e a scoraggiare una caccia alle tette in città.


e racconta, tra l'altro, che tra scompiglio, traffico e polemiche la città si è divisa in due fazioni. Da una parte i fautori dell'ordine pubblico ("quei manifesti - sostengono - distolgono l'attenzione degli automobilisti dalla guida con pericolo di incidenti, e rallentano il traffico) e i fustigatori dei costumi, tra cui anche un'associazione di genitori che ha già chieto alla compagnia di rimuovere i tabelloni. Dall'altra invece ci sono i sostenitori, di cui però non si riportano testimonianze, nemmeno anonime, a parte quelle già riferite ieri "«Nulla che non si sia già visto, ma si rimane certamente impressionati dalle dimensioni. E non solo delle foto». L'armatore Alexandros Tomasos è soddisfatto di aver rappresentato le terre fertili della Campania e della Sicilia, in chiave ironica, con la prosperità di due seni che evocano i vulcani e, nel contempo, aver reso omaggio alle bellezze vulcaniche delle due regioni. Secondo lui "l'immagine non è volgare. Oggi basta accendere la tv o navigare su internet per vedere immagini molto più spinte. Credo che l'impatto più forte è stato provocato soprattutto dalle dimensioni del tabellone".

E proprio sulla grandezza del manifesto e sulla sua collocazione sono state espresse non poche perplessità dall'assessore al decoro e arredo urbano Elisabetta Gambardella. "Ho chiesto al comandante di polizia municipale Carlo Schettini e al dirigente comunale del servizio di polizia amministrativa Iraldi - dice la Gampardella - di avviare un'indagine per verificare se siano in regola le autorizzazioni in merito alla grandezza e alla collocazione del tabellone. Sul contenuto della pubblicità il Comune non può intervenire, anche se personalmente non lo trovo di buon gusto".

Su queste ultime affermazioni riguardanti le prerogative del comune in materia di affissioni pubblicitarie ho qualche dubbio, dal momento che al comune si paga il servizio e le tasse, e non si capisce perchè l'indagine non possa avvenire a tabelloni rimossi, vista la oggettiva pericolosità, salvo il ripristino, qualora si "scoprisse" che tutto è in regola. Oppure dobbiamo violare tutti, per "pari legittimità", le regole ed usare i nostri cellulari mentre siamo alla guida, passando da lì, per fare una foto ricordo da mandare al comune di Napoli ?

sv

Incursione civica ?

NAPOLI - Le fotografie di seni prosperosi coperti solo dalle mani di una modella su quattro maxi cartelloni pubblicitari, che si estendono per una ottantina di metri, stanno creando non pochi disagi alla circolazione stradale. Tutto ciò accade a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta dove da qualche giorno, come riferiscono i residenti, tantissimi automobilisti fanno frenate improvvise oppure soste troppo prolungate per dare una occhiata alla pubblicità.
Le foto sono utilizzate per la campagna promozionale di una compagnia di navigazione nazionale. «Nulla che non si sia già visto - ha commentato un passante che si e soffermato a pochi metri dalla grande foto - ma si rimane certamente impressionati dalle dimensioni. E non solo delle foto».




L'immagine, ripetuta quattro volte sul maxi manifesto affisso sul muro perimetrale dell'ex sferisterio, è accompagnata da uno slogan, «Vesuvio ed Etna mai così vicini», facendo riferimento alla possibilità di potersi spostare rapidamente con i collegamenti marittimi dalla Campania alla Sicilia. Da Corriere della Sera , 4 maggio 2008
Si accettano adesioni e proposte per una incursione civica ......
Lascia un commento oppure rispondi al sondaggio "Incursione civica - che fare?" che segue a questo post.
Susi Veneziano

sabato 3 maggio 2008

Keynes: Prospettive per i nostri nipoti


Secondo un proverbio popolare spagnolo, "hombre que trabaja pierde tiempo precioso". Sarà in omaggio a questa filosofia esistenziale che John M. Keynes scelse la liberazione dal lavoro come tema per una conferenza tenuta a Madrid nel giugno del 1930, rintracciabile ora nel nono volume dei suoi Collected Writings intitolato Essays in Persuasion e tradotta in Italia da Bollati Boringhieri (La fine del laissez faire ed altri scritti, Torino 1991). Le idee portanti della conferenza dovevano frullare da tempo nella fervida testa di Keynes e dovevano stargli particolarmente a cuore se, fin dal 1928, egli ne aveva fatto oggetto di numerosi discorsi tenuti qua e là, su invito di associazioni culturali come la Essay Society del Winchester College o il Political Economy Club di Cambridge.
Poiché le teorie keynesiane sono alla base della strategia tuttora invocata e praticata (di validità sicura ai suoi tempi, assai dubbia oggigiorno) secondo cui la disoccupazione è un male che va combattuto elevando gli investimenti, è interessante riproporre la conferenza di Madrid, dove Keynes per primo anticipa i limiti di questa strategia.
Quando Keynes tenne la sua conferenza a Madrid, non erano stati ancora inventati il microscopio elettronico, l'elaboratore, il polietilene, il radar, le fibre artificiali, l'elicottero, il motore a reazione, la fissione e il reattore nucleare, il DDT, gli antibiotici, la penna a sfera, il rene artificiale, la bomba atomica, la plastica, il transistor, il videoregistratore, gli anticoncezionali, il laser, i circuiti integrati, le fibre al carbonio, le stazioni spaziali, la fecondazione artificiale, il fax, il telefono cellulare, il compact disc. Gli scienziati non sapevano ancora di che cosa è composto un atomo o come è fatto il DNA. Gran parte degli oggetti che compongono il nostro attuale universo quotidiano - dalla televisione ad Internet, dal robot al forno a microonde - esulavano dall'esperienza personale del raffinato economista di Bloomsbury. Eppure il suo acume, sociologico prima ancora che economico, riuscì a guidarlo oltre i confini dell'economia.
Per quanto lontano dai successivi sviluppi, già nel 1930 il progresso tecnologico doveva apparire a Keynes come un fenomeno portentoso e rivoluzionario, destinato a crescere con un ritmo a valanga. Del resto, i dati di fondo erano già ben chiari: l'uomo di Neanderthal - quando gli abitanti del pianeta non superavano 120 milioni - aveva una vita media di 29 anni e disponeva di circa 4000 calorie al giorno; nel 1750 - quando la popolazione complessiva del pianeta aveva raggiunto i 600 milioni - l'uomo pre-industriale dei paesi più ricchi aveva una vita media di 35 anni e disponeva di 24.000 calorie al giorno; oggi, che la rivoluzione industriale è ormai conclusa e che la società post-industriale ha preso il suo posto, gli abitanti del pianeta superano i 5 miliardi e ciascun abitante dei paesi ricchi vive in media 75 anni, disponendo di circa 300.000 calorie al giorno. Durante tutta la lunga storia che precede l'industrializzazione, le risorse energetiche di cui disponeva l'umanità non hanno mai superato il miliardo di megawattore; tra la metà dell'Ottocento e la metà del Novecento, grazie all'impulso industriale, sono aumentate di oltre cinquanta volte, superando i 53 miliardi di megawattore.
Continua...

Il testo è tratto dal sito www.nextonline.it, Orario e salario
Testi di Giovanni Agnelli, John M.Keynes, Frederick W.Taylor (con un commento di Aris Accornero)

L'immagine dal sitowww.terrediconfine.eu, è del film The Time Machine, G.Pal 1960.

giovedì 1 maggio 2008

Il gioco dei rifiuti

Da MenagerZen*
Il gioco dei rifiuti
di Umberto Santucci


L’aumento del petrolio è ormai inarrestabile. La profezia di Rifkin si avvera. Noi che siamo solo elementi del formicaio possiamo osservare più o meno sorpresi, e immaginare cose che potremmo fare nel nostro piccolo in modo che il formicaio cambi un po’ i suoi comportamenti, e dunque i suoi destini.

Colpito come tutti dalle visioni napoletane, ho provato a ridurre la produzione dei miei rifiuti. A casa ho maggiore autonomia, e da tanto tempo facciamo la raccolta differenziata. Ma sotto casa abbiamo solo tre raccoglitori: rifiuti non riciclabili (organici e non); carta e cartoni; plastica, metalli, vetro. Quindi se volessimo separare vetro e alluminio, interamente riciclabili, non sapremmo come fare.



Ora però voglio raccontare di un mio soggiorno in ospedale, dove devo servirmi delle strutture pubbliche con pochissime possibilità di decisioni autonome. Ho visto che le possibilità sono minime, ma pur ci sono.
La prima colazione viene servita in una tazza di porcellana che contiene caffè ed orzo, poi ci danno due fette biscottate col loro sacchettino di cellophane e una vaschetta monodose di marmellata fatta metà di plastica e metà di alluminio.
Rifiuti: sacchetto cellophane, vaschetta plastica, copertura alluminio. Si buttano tutti insieme.

Però la prima colazione arriva alle 8,30, quando invece ci svegliano alle 6,30 per prelievi e attività varie. Io che sono abituato a fare colazione appena alzato, mangio un frutto e scendo alla macchinetta delle bibite dove prendo un bicchiere di cioccolato o di latte e orzo.
Rifiuti: bucce di mela o arancia (organici), bicchiere plastica della macchinetta. Il bicchiere si butta nel bidone accanto alla macchinetta. Le bucce nel cestino della nostra camera, unico raccoglitore per qualsiasi tipo di rifiuto.

A colazione e cena l’Ospedale di Tagliacozzo dove mi trovo io si serve di un catering che ogni giorno arriva da Avezzano (30 km circa) e che prepara le porzioni ognuna in un piatto di plastica monouso coperto di un foglio di plastica termosigillato. I pasti sono serviti su vassoi suddivisi per accogliere le varie porzioni, ma la conformazione dei vassoi non corrisponde con i piatti, che vengono poggiati sul vassoio invece di essere incastrati negli appositi alloggiamenti. Quindi basterebbero vassoi lisci, invece che modanati a stampo, come quelli di qualsiasi self service. Invece su ogni vassoio viene messo un coprivassoio in plastica stampata con le stesse modanature del vassoio.
Si tratta della fusione fra due processi distributivi diversi. Da una parte il vassoio col coprivassoio, che vorrebbe porzioni versate da distributori disposti lungo una catena: tanto di minestra nella vaschetta A, tanto di verdura nella vaschetta B, tanto di carne nella C, tanto di pane nella D. Dall’altra piatti confezionati e sigillati che non hanno bisogno del vassoio, ma solo di un ripiano rigido su cui poggiarli.
Rifiuti: oltre ai rifiuti organici, che sono lasciati dentro i rispettivi contenitori di plastica, per ogni persona, ogni giorno: 2 coprivassoio, 8 piatti con relativi fogli sigillanti, tutto di plastica, 2 sacchetti del pane.

Quando abbiamo finito di mangiare passa un inserviente che raccoglie tutti i rifiuti, organici e plsatica, in un
unico bidone. Durante la giornata produco altri due bicchierini della macchinetta del caffè.
A tutto ciò vanno aggiunti altri rifiuti personali: contenitori di prodotti da toilette, giornali vari, fazzolettini di carta.
Su tutti questi rifiuti io non posso intervenire. I miei compagni di camera aggiungono le bottiglie di acqua minerale (il vizio italiano) che io evito riempiendo la mia bottiglietta dal rubinetto del bagno: l’acqua di Tagliacozzo è buonissima. Però mi sto rendendo conto che questa è la sola scelta di consumo consapevole che posso fare qui.
A tutto ciò vanno aggiunti i rifiuti medici veri e propri: guanti, bende, cerotti monouso, confezioni di medicinali, contenitori vari, rifiuti tossici, ecc.

In conclusione c’è un eccesso di produzione di rifiuti dovuto a processi organizzativi e comportamenti, e una carenza di raccolta differenziata senza nessuna selezione preventiva di riciclabili puri (plastica, vetro, alluminio, carta).
Se le strutture pubbliche sono organizzate così, come si può pretendere che il cittadino da solo, contro tutto e contro tutti, riduca la sua produzione di rifiuti e provveda a differenziare e raccogliere in appositi raccoglitori che a volte ci sono a volte no, e che non sono standardizzati come forma e colore, come per esempio avviene in Francia?

Uscendo dall’ospedale, che pure è un centro di eccellenza quanto a terapie e organizzazione, e tornando alla nostra vita di tutti i giorni, come e dove possiamo ridurre e razionalizzare la nostra produzione di rifiuti?
Prima di tutto pensando al rifiuto. Sto magiando un sacchetto di patatine: che rifiuto produco? Dove lo butto? Sto facendo spesa al supermercato. Quanti imballaggi sto acquistando (e pagando)? Accanto ai prodotti supercofezionati, ci sono prodotti sfusi? Ho portato le mie borse? Le cose che sto acquistando al supermercato, potrei acquistarle al mercato?

Propongo questo giochino di osservazione della propria produzione di rifiuti, da fare per il lavoro, l’ufficio, la palestra, il tempo libero.

*ManagerZen è un sito e un'associazione che nasce con un obiettivo: proporre un approccio alternativo alla cultura aziendale. La foto però l'abbiamo scelta noi tra quelle che ci ha donato Giovanna.

Foto "Dasy ti amo" di gda